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Cardi

La presente scheda è tratta dal volume: Giovanni Lucerna, Valeria M. Miniati, Giorgio Pedrocco, -Uomini e campagne tra il Montefeltro e il mare-, Metauro Edizioni, Fossombrone, 2004. All’interno del volume fotografie di Paul Scheuermeier (AIS) e Ugo Pellis (ALI).

L’immagine dei cardi è stata scattata da Giovanni Lucerna nel 1976 a Mercatello sul Metauro e riprende Abramo Guerra al lavoro.


I cardi (chiamati anche banco dei pettini), “bank di pètani” (Nota 1 - V. Mercatello sul Metauro, foto n. 1536.), erano costituiti da una coppia di tavole provviste, nelle loro facce interne, di piccoli denti di acciaio. La tavola inferiore fungeva da base ed era solidale ad un cavalletto provvisto anche di un sedile; l’altra tavola, munita di due manici, era manovrata dal cardatore per eseguire a regola d’arte la pettinatura della lana.
I cardi erano di semplice realizzazione; i costruttori si rivolgevano al mercato solo per acquistare le strisce provviste dei piccoli denti di acciaio che servivano a cardare; queste costituivano la vera parte operativa del pettine ed erano fissate, con chiodi, nelle facce interne delle due tavole dello strumento.
Il banco dei pettini serviva a districare, pulire e pettinare le fibre della lana fino a farle diventare due falde (una per tavola) che, alla fine del processo, venivano confezionate a forma di batuffoli cilindrici o rettangolari da impiegarsi per realizzare tappeti, coperte e imbottite o anche più semplicemente per essere filati.
Il cardatore prendeva un po’ di lana, precedentemente scardassata, la distribuiva a piccole ciocche sulla tavola inferiore dello strumento, dopo di che cominciava con la tavola superiore a pettinarla ritmicamente, tirandola verso di se, finché tutte le fibre non risultavano pulite, aderenti e ben distribuite su tutta la superficie del pettine. A seconda di quanto richiesto dal committente, il cardatore terminava l’operazione realizzando, due batuffoli cilindrici di lana (Nota 2 - I pignoli si formavano arrotolando le falde di lana cardate strisciando i pettini uno contro l’altro, ma questa volta nel senso contrario al verso della pettinatura.), detti “pignoli”, che venivano usati per tessere coperte, scendiletto, tappeti o anche per essere filati; oppure dei batuffoli di forma rettangolare, “faldelle”, usate nella produzione delle coperte imbottite.