Il calzolaio

I campagnoli, uomini o donne, sono spesso rappresentati, nell'iconografia dei secoli scorsi, scalzi o con grossolani zoccoli. Ma per certi lavori dei campi, nei giorni festivi e durante i mesi invernali essi non potevano rinunciare agli scarponi, i broccati, o alle scarpe di vacchetta.
Della confezione di queste scarpe si occupavano i calzolai, numerosi nei borghi rurali; essi preferibilmente nei mesi autunnali lasciavano il loro laboratorio e andavano nella casa del contadino dove restavano, sistemandosi alla meglio, anche due settimane per fare e ritirare le scarpe di tutta la famiglia. A lavoro concluso venivano pagati con vino, formaggio e grano o, se le condizioni del contadino erano buone, direttamente in denaro.
Il diffondersi nel secondo dopoguerra delle calzature prodotte industrialmente in serie hanno contratto l'attività del calzolaio alla sola riparazione delle scarpe, mentre il laboratorio si andava arricchendo di alcune macchine, la cucitrice e il banco di finissaggio, che ne semplificavano ed abbreviavano metodi e tempi di lavoro.
Il laboratorio del calzolaio era collocato spesso in un'angusta stanzetta, aveva al centro il tradizionale deschetto dove erano posti strumenti e materiali da lavoro. A fianco del deschetto, a terra, vi era il treppiede su cui veniva posta la scarpa durante le lavorazioni. Nelle scansie alle pareti si mettevano le forme in legno, le scarpe in lavorazione, le pelli ed i cuoi per le suole.
Pochi e semplici gli strumenti di lavoro: il trincetto per tagliare, la lesina per cucire, il particolare martello con la testa tondeggiante, le tenaglie, il barattolo della pece, alcuni pennelli, la pietra per battere il cuoio, la raspa e poi i chiodi, brocche, spago, tinture e spazzole.
La confezione della scarpa richiedeva una notevole perizia, sia per il taglio della suola e della tomaia sia per la successiva cucitura; essa era il risultato di un lungo apprendistato iniziato in giovanissima età e per molti perfezionato ed arricchito con il servizio militare che faceva conoscere nuovi modelli e nuove tecniche.

© 2005-2024 Museipartecipati - Gestito con docweb - [id]