Il Museo di Storia dell'Agricoltura di Urbania possiede un consistente patrimonio di attrezzi, strumenti e manufatti provenienti da poderi, case coloniche e palazzi padronali dell'Alta Val Metauro.
Parte di questo patrimonio è esposto nell'allestimento museografico nelle cantine del Palazzo Ducale di Urbania (organizzato secondo alcuni cicli produttivi tradizionali dell'agricoltura mezzadrile) mentre la parte rimanente, più numerosa e anche più voluminosa per le dimensioni d'ingombro dei vari elementi, è temporaneamente depositata presso i magazzini comunali e in parte minore al Barco, un complesso storico ricostruito nel 700 sulle vestigia di un antico convento del XV secolo, appena fuori dall'attuale centro abitato urbaniese.
Da una serie di circostanze concomitanti (i lavori di recupero del Barco Ducale, l'attività di schedatura degli attrezzi agricoli finanziata dalla L.R. n° 35/97, il miglioramento dei servizi e delle attività didattico-ambientali dell'Ostello di San Martino nelle Foreste Demaniali di Monte di Montiego - ora Centro di Educazione Ambientale Laboratorio Territoriale.
sito internet: www.ostellosanmartino.com, una maggiore attenzione nei confronti del tema del paesaggio in tutte le sue varie connotazioni, la rivalutazione della cultura tradizionale e dell'identità delle proprie origini, la necessità di trovare nuovi spazi espositivi per completare l'allestimento museografico) è nata l'idea di valorizzare gli attrezzi ora in deposito applicando i principi delle più recenti ed interessanti esperienze nel campo degli ecomusei.
I principi alla base del progetto del Museo all'aperto di San Martino sono i seguenti:
1) il territorio, l'ambiente e il paesaggio sono il vero museo della storia della natura e degli uomini, un museo diffuso e partecipato dove ogni elemento (naturale od antropico) viene conservato ed usato nel proprio contesto ambientale originario, dove gli uomini, citando lo studioso francese H. de Varine-Bohan, non sono visitatori ma abitanti;
2) ogni attrezzo agricolo e ogni tecnica di sistemazione idraulico-agraria messa a punto dall'uomo per coltivare i terreni ha modificato l'ambiente determinando un particolare tipo di paesaggio agrario; esiste quindi una stretta corrispondenza biunivoca tra strumenti e paesaggi che rende impossibile scindere lo studio dei singoli elementi;
3) il modo migliore per conoscere e studiare gli attrezzi e le macchine agricole è quello di vederle all'opera e non semplicemente accatastate in locali di edifici pseudorurali; il contesto in cui venivano impiegate, il modo in cui venivano utilizzate, il tipo di lavorazione che erano in grado di produrre permettono di comprendere meglio la loro ideazione, costruzione, uso e utilità nei lavori agricoli;
4) sperimentare un'esempio di restauro paesaggistico o meglio ancora di disegno e governo di un paesaggio agrario sostenibile; gli attrezzi e le macchine agricole "liberate dall'oblio" dei depositi vengono riportate nei campi ricostruiti secondo la tradizionale sistemazione dell'alberata tosco-umbro-marchigiana, integrata da una serie di interventi di miglioramento ambientale per la connessione ecologica degli ecosistemi rurali esistenti.