Cagna o cane da bottaio

Denominazione dialettale: cagna per tirè i cerchi.
Inv.: 271
Collocazione: Palazzo Mercuri
Parti componenti: asse di quercia, gancio mobile di ferro, puntale di ferro.
Descrizione: la cagna è formata da una robusta tavola di legno di quercia provvista ad una estremità di un puntale d’acciaio e all’altra di un manico per il suo azionamento. In corrispondenza del puntale lo strumento è dotato, all’interno di un incavo intagliato, di un gancio mobile di ferro che ne costituisce la struttura prensile.
Materiali: legno di quercia, ferro.
Stato di conservazione: buono.
Tecnica di fabbricazione: artigianale, realizzato in proprio dai bottai che ricorrevano ai fabbri locali solo per all’acquisto dei pezzi di ferro.
Funzione: la cagna era una rudimentale ma efficace leva e veniva usata dai bottai per allargare le doghe delle botti quando dovevano inserire i fondi nelle capruggini (Pascal).
Uso: la cagna o cane da bottaio (Pascal) si usava soprattutto durante la fase di montaggio dei fondi nelle botti interponendola a mo di leva tra le doghe e il fondo stesso.
Epoca di fabbricazione: prima metà del Novecento
Luogo di provenienza: Sant’Angelo in Vado
Acquisizione: comodato gratuito, Dini Alcide
Note: nella testimonianza orale del bottaio Alcide Dini, realizzata da Giorgio Pedrocco e da Gianni Lucerna il 7 settembre 2001, e conservata presso il Museo di Storia dell'Agricoltura e dell’Artigianato di Urbania sono ricordati nel dettaglio le complicate fasi di montaggio e smontaggio con l’impiego della cagna del fondo della botte.
Bibliografia: Dominique Pascal, Utensili, Fabbri Editore, Milano, 2003, p.179. Nanni Monelli (a cura di), Fabbricarsi una botte, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze, 1980.

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