ID SCHEDA: 823
INVN inventario: 72
INV sec numero:
PVCC comune: Urbania
LDCN cont arch: Palazzo Ducale
LDCM denom rac: Museo di storia dell'agricoltura
OGTD denom i: perticara
OGAD denom. d: #Partichèl de légn#
MISA altezza: 54
MISL larghezza: 40
MISN lunghezza: 165
MISD diametro:
DESO desc tip: la perticara rappresenta l’evoluzione dell’aratro simmetrico, come questo è costituito da una struttura portante centrale ("cepp") che continua per formare la stegola sinistra. In questo blocco portante è anche alloggiata la bure ("bura")e l’attacco per il vomere ("gméia"), dal suo fianco partono due cavicchi di collegamento e sostegno della stegola destra ("mànnic") alla quale è fissato il versoio ("tavla").
STCS stato cons: buono, l'oggetto è completo di tutte le sue parti.
MOF mod fabbric: è un prodotto dell’artigianato rurale; questi attrezzi erano di solito fabbricati direttamente dal contadino, oppure come nel caso dell’aratro in questione si ricorreva a contadini esperti che andavano a lavorare direttamente nel podere di chi chiedeva l’opera. Per costruire un aratro simile erano necessari tre giorni di lavoro con l’ascia ("stecchè") e si ricorreva al fabbro locale solo per l’acquisto delle parti di ferro.
UTF fun ogg: la perticara migliorava e rendeva più efficiente l’aratura: rovesciava la terra su un solo lato per l’azione combinata del coltro, del vomere e del versoio; assicurava un lavoro più profondo e una maggiore ossigenazione del terreno. Tutti questi vantaggi concorrevano ad aumentare il rendimento delle coltivazioni.
UTM mod uso: durante l’aratura richiedeva l’impiego di due persone, una per guidare gli animali, l’altra per tenere le stegole e dirigere vomere e versoio. Nei campi della valle del Metauro prevalentemente a pendio si usa il sistema di aratura chiamato a rittochino che consiste nell’operare solo in senso discendente, tornando a monte con l’aratro inclinato su un fianco.
ACQT tipo acq: dono
Donatore: Mezzolani Luigi
ACQD anno acq: 1979
OSS note: