Mulino idraulico

Il censimento dei mulini idraulici presenti sul territorio della provincia di Pesaro e Urbino è terminato.

La ricerca,- promossa dall'Assessore ai Beni Storici e Artistici della Provincia di Pesaro e Urbino, Paolo Sorcinelli e coordinata da Odino Zacchilli, responsabile del Settore-, è stata realizzata da Giovanni Lucerna della Biblioteca Comunale di Urbania, che ha preso in esame i bacini idrografici della provincia di Pesaro e Urbino (Alto Savio, Alto Marecchia, Alto Conca, Tavollo, Foglia, Arzilla, Metauro e Cesano) e ha costruito, una mappa degli opifici esistenti.

Lo studio inserito nel programma "Cento Borghi" ne ha seguito gli obiettivi e le linee guida principali basate sulla promozione di una cultura della tutela del patrimonio storico e sul riuso dello stesso ai fini del rilancio sociale, economico e turistico del territorio.

La ricognizione sulla persistenza di questi beni storici industriali si è basata sul censimento degli opifici idraulici e delle attività manifatturiere ivi presenti realizzato nel 1893 in tutto il territorio nazionale dal Ministero di Agricoltura Industria e Commercio, allo scopo di mettere a punto la Carta Idrografica d'Italia. Le indicazioni, risultanti dalla Carta Idrografica d'Italia, sono state ulteriormente approfondite nella cartografia (scala 1/25.000) dell'Istituto Geografico Militare, risalente alla fine del XIX secolo e conservata presso l'Ufficio Tecnico dell'Amministrazione Provinciale.

Solo dopo questa ricerca preliminare, che ha consentito di meglio delineare il quadro storico dell'utilizzazione dell'energia idraulica nel momento di massimo impiego, è stata messa in atto da parte di Gianni Lucerna un'attenta indagine sul campo.

Da un lato la ricognizione, quasi archeologica, degli opifici superstiti, delle loro strumentazioni, dei ruderi ritrovati in siti, spesso inaccessibili, e dall'altro la registrazione di preziose testimonianze orali degli ultimi mugnai, quasi tutti in pensione, hanno insieme consentito di ricostruire la rete degli opifici. Essi svolgevano non solo l'indispensabile e tradizionale attività di macinazione dei cereali, ma anche altre lavorazioni eseguite con l'energia rinnovabile dell'acqua dalla frantumazione dei minerali (gesso, polveri piriche, pigmenti per la ceramica ecc.) all'azionamento delle seghe per il taglio del legname, dalla macerazione degli stracci per le cartiere alla follatura dei tessuti.

Si tratta nel complesso di 386 mulini, di cui solo 29 sono da considerarsi attivi: con gli apparati idraulici in ordine, i meccanismi ancora funzionanti, o con lavori di restauro già avviati (sia dell'edificio sia degli apparati idraulici), mentre 35 potrebbero essere riattivati con relativa facilità.

Gli opifici attivi sono: il Mulino di Schigno, Casteldelci, produzione di corrente elettrica; M. di Schieti, Pennabilli, macinazione di cereali integrali e presenza di una segheria; M. di Scavolino, Pennabilli, macinazione dei cereali ad uso proprio; M. Gianelli, Maiolo, macinazione delle biade ad uso proprio; M. Mazzoni, Novafeltria, macinazione cereali e presenza di un impianto a cilindri; M. Piega (Locanda S. Leone), San Leo, produzione di corrente elettrica e ricettività turistica; M. del Bosco, Monte Copiolo, produzione di biade ad uso proprio; M. Cesarini, Monte Cerignone, macinazione cereali e presenza di un impianto a cilindri; M. di "Sopra", Monte Grimano, macinazione dei cereali ad uso proprio; M. Fulvio, Auditore, destinato ad attività turistica; M. del Ponte, Frontino, produzione di corrente elettrica e ricettività turistica; M. di Ponte Vecchio, Colbordolo, produzione di corrente elettrica e ricettività turistica; M. Nuovo di Case Bernardi, Tavullia, macinazione dei cereali ad uso proprio; M. Bellucci, S. Maria dell'Arzilla, Pesaro, macinazione dei cereali ad uso proprio; M. Vecchio, Mercatello s/Metauro, produzione di corrente elettrica e ricettività turistica; M. Gostoli, Mercatello s/Metauro, produzione di corrente elettrica, produzione di farine integrali e pane; M. Matteucci, Sant'Angelo in Vado, produzione di farine, presenza di un impianto a cilindri; M. Fermignano (ex Lanificio Carotti), Fermignano, in attesa di restauro; M. del Piano, Urbino, produzione di corrente elettrica; Mulinaccio, Urbino, in attesa di restauro degli apparati molitori, unico esempio di opificio che ospitava una grande ruota verticale; M. Vagnarelli, Piobbico, unico esempio di struttura ospitante una gualchiera; M. Ca' Romano, Acqualagna, impianto idroelettrico; M. dello Scalone, Cagli, unico esempio di bottaccio/diga; M. Cangini, Acqualagna, segheria per legname ad uso proprio; M. Santa Croce, Cagli, magazzino; M. Smirra, Cagli, produzione di corrente elettrica; M. Bellaguardia, Fossombrone, macinazione di cereali ad uso proprio e presenza di una segheria; M. Cerbara, Piagge, impianto idroelettrico; M. della Liscia, Fano, impianto idroelettrico; M. Montaiate, Pergola, macinazione delle biade ad uso proprio; M. del Signore, Pergola, attualmente in restauro e destinato a produrre corrente elettrica e ricettività turistica; M. Nuovo, Mondolfo, macinazione delle biade ad uso proprio.

I restanti 318 opifici nel corso di quest'ultimo secolo sono stati invece destinati ad altre funzioni: 6 sono diventati sede di attività commerciali, 8 di attività turistiche e 3 trasformati in edifici pubblici; 103 sono diventati residenze; 42 sono ridotti a magazzini; 72 sono ormai ridotti a ruderi, mentre 84 sono definitivamente scomparsi e di loro restano tracce solo nei documenti, nella toponomastica e nel ricordo delle persone.

Gli opifici di rilevante pregio paesaggistico sono: la Gualchiera, Casteldelci; M. della Vena, Casteldelci; M. del Raso, Casteldelci; M. del Rio, Casteldelci; M. di Bascio, Pennabilli; M. della Fornace, Sant'Agata Feltria; M. Donati, Pennabilli; M. di Schieti, Pennabilli; M. di Scavolino, Pennabilli; M. Caliendi, Pennabilli; M. di Borgonovo, Pennabilli; M. di Soanne, Pennabilli; M. di Cavedale, Pennabilli; Polverificio Marzocchi, Novafeltria; M. del Vescovo, Novafeltria; Polverificio di Campiano, Novafeltria; M. di Piega, San Leo; M. di Santa Maria Maddalena, Novafeltria; M. Sandaci, San Leo; M. del Bosco, Monte Copiolo; M. di Mezzo, Monte Grimano; M. del Conca, Monte Grimano; M. Fulvio, Auditore; M. di Belforte, Belforte all'Isauro; M. del Ponte, Frontino; M. di Monastero, Piandimeleto; M. Rattini, Sassocorvaro; M della Pieve, Macerata Feltria; M della Monache, Macerata Feltria; M. Calsarte, Sassocorvaro; M. Nuovo, Auditore; M Ponte in Foglia, Urbino; M. Cirillo, Urbino; M. Calfabbro, Urbino; M. di Ponte Vecchio, Colbordolo; M. Nuovo di Case Bernardi; Tavullia; M. Renicci, Colbordolo; M. del Duca, Urbino; M. Ricci, Mombaroccio; M. Ciacci-Villa Debora; Mombaroccio; M. Bellucci, Pesaro; M. Vecchio, Mercatello s/Metauro; M. Gostoli, Mercatello s/Metauro; M. Matteucci, Sant'Angelo in Vado; M. Pierini; Sant'Angelo in Vado; M. del Sasso; Sant'Angelo in Vado; M. della Ricavata, Urbania; M. dei Signori, Urbania; Macinini, Urbania; M. Fermignano, Fermignano; Molinello 1°, Urbino; Mulinaccio, Urbino; M. Gulla, Urbino; M. Osteria Nuova, Apecchio; M. Pian di Molino, Apecchio; M. della Carda, Apecchio; M. Brincivalli; Apecchio; M. Vagnarelli, Piobbico; M. Cameuccio, Piobbico; M. della Scalone I° e II°, Cagli; M. Cangini, Acqualagna; M. Canepini, Cagli; M. Santa Croce, Cagli; M di "Sopra", Cantiano; M del Sasso, Cagli; M. della Porta, Cagli; M della Smirra, Cagli; M. Bellaguardia; Fossombrone; M. dell'Acquasanta, Fossombrone; M. Bonci, Fossombrone; M. di Sotto, Fossombrone; M. Parasacco, Cagli; M di Montefelcino, Montefelcino; M di Sotto, Mombaroccio; M della Sacca, Serrungarina; M. della Cerbara, Piagge; M. della Liscia, Fano; M. del Ponte di Frontone, Frontone; M di Montaiate, Pergola; M. di Leccia, Serra Sant'Abbondio; M. del Signore, Pergola; M. di San Lorenzo; San Lorenzo in Campo; M. del Perugino, San Lorenzo in Campo; M. Nuovo, Mondolfo.

Gli opifici di rilevante pregio storico-architettonico sono: M. di Casteldelci, Casteldelci; M. di Bascio, Pennabilli; M. Donati, Pennabilli; M. di Ponte Baffoni, Novafeltria; Molinaccio, Maiolo; M. di Piega, San Leo; M. della Pieve, Novafeltria, M. di Santa Maria Maddalena, Novafeltria; M. Sandaci, San Leo; M. Tosi, San Leo; M. del Conte, San Leo; M. di Gaggino, San Leo; M. di Sopra, Monte Grimano; M. di Mezzo, Monte Grimano; M. di Ponte Vecchio, Colbordolo; M. del Duca, Urbino; M. dei Canonici, Pesaro; Ingualchiera, Pesaro; M. di Via Cattaneo, Pesaro; La Ricavata, Urbania; M. dei Signori, Urbania; i Macinini, Urbania; M. Isola, Urbania; M. di Fermignano; Fermignano; M. di Zaccagna, Fermignano; M. del Piano, Urbino; M. della Grotta, Urbino; M. di Smirra, Cagli; M. dell'Acquasanta, Fossombrone; M. Bonci, Fossombrone; M. di "Sotto", Fossombrone; M. della Sacca, Serrungarina; M. della Cerbara, Piagge; M. di Porta Maggiore, Fano; M. della Liscia, Fano; Molinello, Fano; M. del Signore, Pergola; M. di Montalfoglio I° e II°, San Lorenzo in Campo; M. del Perugino, San Lorenzo in Campo.

Le tracce di ruote verticali si trovano invece nei mulini: Sibba, Sant'Agata Feltria; La Gualchiera, Casteldelci; M. di Bascio, Pennabilli; Polverificio Marzocchi, Novafeltria; Polverificio di Campiano, Novafeltria; M. Bernucci, Novafeltria; M. della Pieve, Novafeltria; M. di Santa Maria Maddalena, Novafeltria; M. Sandaci, San Leo; Polverificio Stacchini o Valle; San Leo; Fornace Stacchini, San Leo; M. Tosi, San Leo; M. Marcello, Monte Cerignone; M. Conca, Monte Grimano; M. dei Pazzi, Monte Grimano; M. di "Sopra", Carpegna; M. Picetto, Frontino; M. di Monastero, Piandimeleto; M. Rattini, Sassocorvaro; M. delle Monache, Macerata Feltria; M. di Ponte Vecchio, Colbordolo; Ingualchiera, Pesaro; M. della Ricavata, Urbania; M. dei Signori; Urbania; Macinini, Urbania; M. di Fermignano, Fermignano; M. del Piano, Urbino; M. della Grotta, Urbino; Mulinaccio, Urbino; M. Brincivalli, Apecchio; M. Vagnarelli, Piobbico; M. della Porta, Cagli; M. Bellaguardia, Fossombrone; M. dell'Acquasanta, Fossombrone; M. Bonci, Fossombrone; M. di Sotto, Fossombrone; M. della Ghiera, Sant'Ippolito; M. di Porta Maggiore, Fano; M. della Liscia, Fano; Molinello, Fano; M. di Pantana, Pergola.

La ricerca ha permesso di delineare un quadro produttivo di grande spessore storico; esso risulta essere di grande interesse non solo per la potenza energetica messa in campo, ma anche per i ruoli economici e sociali svolti da questi opifici in tempi abbastanza vicini ai giorni nostri.

Le consistenti tracce di queste attività manifatturiere dismesse non rappresentano poi solo un'originale documentazione storica. Esse consentono anche di individuare tutti gli opifici, ancor oggi funzionanti, o potenzialmente funzionanti con piccoli interventi di restauro.

Questi opifici quindi possono essere oggetto di un urgente intervento di tutela operativa che ne garantisca la continuità e che quindi apra le possibilità di una loro riqualificazione e di una loro riutilizzazione quali convertitori e produttori di energia rinnovabile.

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